giovedì 10 luglio 2014

Senza glutine, erogazione prodotti, prezzi e diatribe varie

Buon giorno a tutti, oggi vorrei fare una disamina su un argomento che da sempre e sopratutto nei
giorni scorsi, ha acceso gli animi sui social network, l'erogazione dei prodotti senza glutine e la differenza di prezzi tra i vari canali distributivi quali negozi, farmacie e supermercati. Cercherò di spiegare per gradi come e perchè esistono tali differenze.

Colgo l'occasione per aprire una parentesi sulla possibilità, a partire da inizio anno ed entro inizio 2015, anche per i membri Lombardi del Club degli SPIGAti (in questi giorni coinvolti proprio i "soci" Bresciani) di poter "spendere" il proprio "budget" oltre che nei negozi specializzati e nelle farmacie anche nei supermercati aderenti a tale iniziativa. 
Sono, ad oggi con la Lobardia (ancora non del tutto a regime), 12 le regioni in cui è operativa tale opportunità resa possibile grazie a specifici accordi locali tra le ASL di competenza e le catene di distribuzione che hanno deciso di dare tale servizio sottoscrivendo la convenzione con l'Asl. Le modalità di accesso all'erogazione gratuita dei prodotti senza glutine nei diversi canali distributivi è differente a seconda delle Asl di competenza (tramite i buoni, le ricette, la tessera sanitaria e via discorrendo), rimandiamo tali informazioni ai siti dell'Associazione Italiana Celiachia e le loro sedi locali.

Tornando all'argomento clou, andiamo con ordine e per passi per cercare di fare un po' di chiarezza su
come funziona questo "strano mondo" della distribuzione e della determinazione dei prezzi dei prodotti senza glutine.

Innanzitutto analizziamo il criterio di determinazione dei prezzi dei prodotti chiamiamoli "Asl" ovvero quelli erogati gratuitamente dal SSN in farmacia, nei negozi specializzati e nei supermercati:
il prezzo di erogazione (per intenderci quello che compare nel sistema di erogazione dove viene "scaricata" la spesa) viene deciso dal produttore e comunicato al Ministero della Salute che prende atto e, senza proferire parola e senza verificare prezzo al chilo o "giustificazione" nel merito di un prezzo alto o basso, lo inserisce in banca dati nell'elenco dei prodotti erogabili. Quindi per esempio la ditta Galbusera notifica al ministero il nuovo prodotto Zerograno Frollini integrali per un prezzo di € 5,49, il Ministero prende atto e inserisce in banca dati tale prodotto a quel prezzo. Farmacie, negozi e supermercati visualizzeranno nel sistema di erogazione gratuita dell'Asl che tale prodotto costa € 5,49. Il sistema impedisce a qualsiasi operatore (che sia farmacia, negozio o supermercato) di intervenire sui prezzi al rialzo, si possono solo modificare al ribasso.

Ora veniamo alla questione della distribuzione e dell'approvvigionamento dei prodotti senza glutine da parte dei vari operatori del settore, questione che dà una risposta alla fatidica domanda "Perchè quindi troviamo prezzi diversi sui medesimi prodotti?".
Allora per prima cosa dobbiamo specificare che i negozi specializzati e le farmacie hanno canali di approvvigionamento diversi dalla grande distribuzione. Entrambi vengono riforniti direttamente dalle case produttrici tramite i propri agenti di zona o da distributori locali che seguono i cosiddetti negozi di vicinato, la vendita al dettaglio, o in termini più tecnici, il canale retail. Unica differenza tra farmacie e negozi specializzati è che le farmacie hanno una "marcia in più" nel senso che possono richiedere forniture con consegne giornaliere di alcune marche a delle cooperative farmaceutiche che fungono da magazzini dell'ingrosso. Vi sarà per esempio già capitato che in una farmacia vi abbiano detto "Mi spiace al momento il prodotto non è disponibile ma glielo posso procurare nel pomeriggio o domani mattina". Le farmacie socie, di solito, di queste cooperative (presenti in tutta Italia) hanno il vantaggio di questo ulteriore servizio di consegna "immediata" del prodotto mancante. Tale servizio non è accessibile ai negozi specializzati che invece per un prodotto mancante devono effettuare l'ordine completo alla ditta produttrice (quindi non solo del prodotto che manca, ma rispettando i minimi di acquisto per la consegna che di solito si aggirano sui 300€ di media).
Le logiche di rifornimento della Gdo (grande distribuzione organizzata, quindi supermercati ed ipermercati) sono totalmente diverse e complesse. Innanzitutto si potrebbe pensare che si trovano alcuni prodotti presenti anche nelle farmacie e nei negozi a prezzi inferiori perchè la Gdo acquista quantità più elevate, giusto in parte nel senso che l'insieme di farmacie e negozi, chiamiamoli canali tradizionali, movimentano di certo un volume più elevato di tali prodotti ma purtroppo gli acquisti da parte di questi ultimi sono frammentati e legati alle singole realtà, la Gdo invece acquista grandi quantità tramite anche alle centrali di acquisto da distribuire in tutti i loro punti vendita. Vi sono poi delle motivazioni più complesse e prettamente legate alle ben definite strategie di marketing che fanno sì che la Gdo decida di vendere sottocosto (quindi in contrasto con le loro specifiche politiche interne legate a precise regole di economie di scala e redditività di prodotto/marca per metro quadrato) determinati prodotti (non solo senza glutine) perchè quei prodotti specifici hanno il potere di attirare l'attenzione di diverse tipologie di clienti che potenzialmente potrebbero diventare nuovi clienti o clienti abituali ed acquistare oltre che il prodotto che ha catturato la loro attenzione anche gli altri prodotti offerti. La Gdo, semplificando, così facendo decide di guadagnare meno o non guadagnare su quel prodotto specifico perchè i clienti attirati da quel prodotto o da quell'offerta acquisteranno altri prodotti, magari anche in maniera abituale, e quindi avaranno un maggior guadagno derivante dall'acquisizione di nuova clientela. 
Altro tema, perchè le case produttrici immettono sul mercato due marchi differenti dello stesso prodotto, uno per i canali tradizionali e uno per della Gdo, con prezzi differenti (Dr. Scahr/Ds, Nutri Free/NutriSì, Pandea/Liberi di Mangiare, Le Asolane/Le Veneziane, etc)? O ancora perchè esistono prodotti gluten free (e non solo) marchiati con i differenti nomi della Gdo (Esselunga, Coop, Auchan, etc)? Direi che la risposta qui è più semplice, stesso discorso di prima, quindi attirare il consumatore e non da ultimo ovviamente per aumentare il fatturato rivolgendosi oltre che ai celiaci, anche alla popolazione di intolleranti o affetti da gluten sensitivity o ai "curiosi".
Ovviamente è scontato che i canali tradizionali non hanno accesso, salvo facendo salti mortali e direi adottando una "politica" molto antieconomica, ai prodotti "private label" della Gdo (Auchan, Esselunga, etc) o ai prodotti "doppio marchio" (Ds, NutriSì, etc).

Sperando di aver raggiunto lo scopo di fare un po' di chiarezza su questo argomento, concluderei dicendo che nonostante tutto questo "disordine", la molteplicità di marchi presenti e canali distributivi con logiche differenti crea comunque un servizio al Club degli SPIGAti E' sempre più facile reperire prodotti senza glutine e questo dovrebbe anche generare più interesse, informazione, curiosità e, se la pensiamo in modo "egoistico", facilità nel poterli acquistare quindi meno alibi per addetti al settore e non, pensiamo ai bar, ristoranti o ai nostri amici o quelli dei nostri figli che non potranno più dire "Eh non sapevo dove prenderli" o ancora "..costano troppo" o "non li conosco!". Poi, come già accade per la spesa "tradizionale" ognuno è più libero di scegliere dove meglio ritiene di fare la spesa scegliendo tra velocità di servizio, prezzi, convenienza o comodità o ancora consiglio personale, rapporto, assortimento, promozioni.

Nb: consentitemi un minuto di "spot pubblicitario" a favore dei negozi specializzati, essendo io oltre che la socia fondatrice del Club degli SPIGAti anche parte in causa avendone uno. Non sottovalutiamo che in un negozio specializzato si può scegliere tra un assortimento difficilmente trovabile negli altri canali essendo quello lo scopo del negozio specializzato, gli altri fanno un altro mestiere, fanno i supermercati o fanno le farmacie! Alcune cose difficilmente si troveranno negli altri canali, come l'attenzione al cliente, al prodotto nuovo, magari artigianale o fresco, oppure la promozione di un'azienda in particolare (mi viene ad esempio in mente nel momento in cui scrivo la Giusto che attualmente regala lo shopping bag completo di 3 prodotti o la Coca Cola insieme al preparato per pizza, o ancora la Nutrifree che regala il salva freschezza incieme alle merendine o anche la Schaer con la pinza per pasta con i bucatini, etc) o ancora le promo personalizzate del punto vendita,
noi ad esempio ogni 1€ di spesa regaliamo 1 punto (anche sulla spesa Asl) e al raggiungimento di 950 punti diamo un buono spesa di 40€, vi ricordate qual'è il valore premi al supermercato? Io sì, Esselunga ad esempio regala 10€ di spesa ogni 1.000€.

A voi tutte le altre considerazioni..e..
Buona spesa..ovunque decidiate di farla!





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